[#69] Non tutto merita un posto: fai spazio per i semi che vuoi curare
Un giardino digitale è il tuo angolo di rete dove le idee possono fiorire con calma, lontano dalla fretta e dal rumore.
Partiamo subito da una comunicazione: questo numero è dedicato a coltivare idee. E come ogni giardino che si rispetti, ogni tanto serve fare qualche potatura e un po’ di ordine. Per questo motivo, l’email di oggi è l’ultima che riceverai tramite Substack. Amo l’editor di questo tool e la sua semplicità, ma per curare meglio il mio giardino digitale, ho deciso di distinguere con più precisione i contenuti del blog del mio sito dalle comunicazioni dirette via email. Insomma, preferisco un tool che faccia una cosa sola. Dal prossimo invio userò Mailerlite per gli stessi contenuti, e naturalmente potrai annullare l’iscrizione sempre e comunque in qualsiasi momento con il consueto link in fondo a ogni email.
E ora veniamo al cuore di questo numero che riguarda - più o meno - la botanica… e posso dirti che la metafora del giardino per la conoscenza non è così recente.
Già nel 1998 lo scrittore e papà dell’ipertesto Mark Bernstein scrisse un saggio intitolato Hypertext gardens. Mentre il web veniva visto principalmente come un centro commerciale, Bernstein propose un’idea molto diversa: il web come un giardino.
Lo descrisse come:
“Un luogo di delizia, un luogo dove le cose crescono, alcune curate, altre selvagge.”
Spazi personali dove coltivare idee liberamente, non solo consumarle passivamente.
Nel 2015 Mike Caulfield, ricercatore ed esperto di tecnologie educative, pubblicò The garden and the stream (il giardino e il flusso), spinto dalla frustrazione per il modo in cui i social media stavano frammentando la costruzione delle idee.
Da una parte c’è il flusso o la corrente continua, qualcosa di effimero che raramente ci lascia il tempo di pensare.
Dall’altra il giardino, uno spazio dove le idee crescono lentamente, si collegano tra loro e formano un ecosistema. Qualcosa che richiede più cura e calma, ma in cambio regala ispirazione e riflette la nostra crescita personale.
La distinzione di Caulfield ha dato voce al bisogno sentito da molte persone, ovvero quello di rallentare, approfondire e costruire qualcosa di significativo, come una ribellione gentile contro la frenesia culturale del presente.
Oggi questa idea torna rilevante in risposta al rumore e alla velocità del flusso digitale e dei feed a scorrimento infinito.
La testa è piena di spunti, con link salvati ovunque e note sparse tra mille app e foglietti, ma metterli insieme per creare qualcosa di concreto sembra impossibile. A un certo punto l’accumulo ci blocca “sbam, troppe cose, chiudi in fretta tutte le porte”.
Passiamo le giornate a consumare informazioni, ma alla fine ci sembra di non costruire nulla di concreto. È come avere tanti semi e non trovare mai il terreno giusto per piantarli.
Per interrompere questo circolo vizioso, possiamo iniziare dal nostro piccolo angolo di internet, un luogo solo nostro dove coltivare le idee, vederle crescere e raccoglierne i frutti nel tempo.
Questo posto si chiama giardino digitale (digital garden)
È uno spazio online personale, a metà tra un taccuino e un sito pubblico, dove puoi piantare i semi delle tue idee da curare nel tempo. A differenza di un blog cronologico e finito, è un processo in continua evoluzione, libero dalla pressione della perfezione e dal concetto di “portato a termine”.
Le note sono appunti vivi. Oggi potresti scrivere una riflessione su un libro e tra un mese potresti riprenderla, aggiungere nuovi collegamenti e svilupparla ulteriormente.
Per creare un digital garden si parte da un cambio di mentalità verso le informazioni per puntare alla creazione di note interconnesse.
Il modello - simile allo Zettelkasten - è composto da seme-pianta-sempreverde:
Seme (seed): un’idea grezza, una citazione o domanda catturata al volo.
Pianta (plant): quando approfondisci e colleghi il seme ad altre note.
Sempreverde (evergreen): note complete e ben articolate, la tua conoscenza consolidata e che dura nel tempo.
🔧 Ingrediente chiave: i collegamenti bidirezionali (backlink)
La metafora del giardino mi affascina da sempre.
Sarà anche perché amo molto i punti fermi nella mia vita e - al contrario - non sopporto tutti quei limbi incerti che sanno di muffa.
Iniziare quindi a piantare le mie idee, a innaffiarle con nuove riflessioni e a vederle fiorire in connessioni inaspettate è stato liberatorio, il mio punto fermo.
Di certo non una rivoluzione da un giorno all'altro, e infatti non ho nessun trucco da condividere, ma devo dire che l’atto di cura verso le idee è stato - ed è tuttora - un atto di cura per la mia mente.
Ed è anche per questo che te ne parlo spesso. Il digital garden è l’opportunità di prenderti cura delle tue idee.
Uno spazio che non devi per forza pubblicare, ma che puoi tenere privato o condiviso parzialmente con chi coltiva giardini simili.
Inizia in piccolo e crea la tua prima nota-seme. E vedrai che, con pazienza, il tuo spazio diventerà prezioso e non ne potrai più fare a meno, un luogo dove finalmente crei qualcosa o nutri la mente ogni volta che ci entrerai.
Dove le idee mettono radici.
✅ Passaggi pratici per iniziare
Ecco tre cose che puoi fare subito per iniziare a coltivare il tuo giardino digitale.
Scegli uno strumento solo: non pensarci troppo, scegli un’app per prendere appunti che ti piaccia e che ti permetta di creare link tra le note (ad esempio, Notion, Obsidian, Roam Research, Logseq, Apple Note, un semplice editor di testo…). In questa fase è importante iniziare.
Pianta il primo seme: prendi un'idea che hai in testa, una citazione che ti ha colpito o un link interessante che hai salvato. Scrivi una breve nota, anche solo due righe, e aggiungi un titolo. Non deve essere perfetta e può anche essere ad esempio “la frase che mi ha fatto cambiare idea sul giardino digitale è…”.
Crea il primo collegamento: se hai anche un'altra nota, prova a trovare un punto in cui potrebbero collegarsi. Aggiungi un link dalla tua nuova idea-seme all'altra nota. Questo è il primo filo della tua rete di pensieri.
⚙️ Uno strumento utile
Obsidian: se cerchi uno strumento che ti faccia sentire di aver trovato la casa giusta per le tue idee, Obsidian è la scelta giusta. È un vero e proprio "secondo cervello" dove le tue note sono i semi e i collegamenti bidirezionali sono i fili che formano la rete di conoscenza.
La sua forza sta nel permetterti di vedere le connessioni tra le tue idee in modo quasi visivo, aiutandoti a scoprire relazioni inaspettate e a far crescere i tuoi pensieri in un ecosistema vivo e interconnesso.
🗑️ Il cestino che libera spazio
Hai provato decine di app per prendere appunti o salvare centinaia di link che apri una volta l'anno (o che non apri mai)? È tempo di fare un bel decluttering digitale.
Butta via o archivia tutto quello che non usi, soprattutto quelle app che sono diventate un cimitero di intenzioni mai realizzate. È noioso? Sì. Richiede tempo? Sì.
Ma liberare spazio digitale è una questione di energia, con meno disordine e più chiarezza per le tue idee che vogliono mettere radici nel tuo giardino digitale.
🍻 Facciamo amicizia con la parola “backlinking”
Nel mondo degli strumenti di note-taking e knowledge management, abbiamo:
il backlink come singolo link che punta verso il tuo sito da un altro sito:
il backlinking come l’insieme delle azioni o strategie per ottenere backlink.
Detto anche "collegamento bidirezionale" o "collegamento inverso", si parte da un link che va da una nota A a una nota B. Ma quando sei sulla nota B, vedrai anche un riferimento automatico che ti riporta alla nota A e a tutte le altre note che la menzionano, senza doverlo fare manualmente.
È da questi collegamenti che si crea una rete di conoscenza, dove ogni idea è un nodo connesso ad altri nodi, permettendoti di attraversare i tuoi pensieri in modo fluido e (ri)scoprire relazioni a cui non avevi ancora pensato. È il motore che trasforma una semplice raccolta di appunti in un vero e proprio "secondo cervello".
🌱 Curiamo (anche) lo spazio fisico
Una scrivania minimalista, qualche pianta e luce naturale. Per il resto, non conta tanto il numero di cose, ma che ognuna abbia il suo posto.
🍅 Ci sono domande in sala?
C’è qualcosa che ti piacerebbe chiedermi sull’organizzazione digitale, sugli strumenti o sulla gestione della conoscenza? Puoi rispondere a questa email e darò la risposta (se la conosco 😅) nelle prossime newsletter.
😍 Cosa puoi fare adesso
Entra nel gruppo Telegram dedicato all’organizzazione digitale. Uno spazio libero e informale dove si parla di organizzazione, strumenti digitali, intelligenza artificiale, libri e buone idee da coltivare. È gratuito e puoi partecipare come vuoi: leggendo, facendo domande o condividendo tutto ciò che è utile.
🌏 Cosa semino nel mondo
Con stima nerd,
Debora
🍎 Link per approfondire
[Eng] MIT Technology Review: Digital gardens let you cultivate your own little bit of the internet. Un articolo molto chiaro che spiega il concetto di digital garden e la sua importanza nel panorama digitale attuale.
[Eng] Maggie Appleton – A Brief History & Ethos of the Digital Garden
[Eng] Mike Caulfield – The Garden and the Stream
[Ita] Una recensione del libro L’attenzione rubata, di Johann Hari.
Ho letto con molto interesse l'articolo e ne condivido in pieno il significato e i consigli.
Anche io, come tanti, sono sommerso da appunti, note, link tanto da ritrovarmi nella confusione più totale.
Ultimamente ho iniziato ad usare una alla molto ben fatta e che gestisce in modo ottimale tutte le informazioni connettendo quelle a riferimento trasversale.
La app è CAPACITIES e consiglio a tutti di darle una occhiata, se vi trovate nella mia stessa condizione e dovete gestire informazioni interconnesse, ebbene questa è l'app che risolve il problema definitivamente.
Ci vuole un pò d tempo per capirne il concetto ma poi si rivela uno strumento assolutamente insostituibile.