[#49] Storia del deep work: chi resiste meglio alle distrazioni?
Da dove nasce il grande tema della concentrazione e di tutto ciò che viene chiamato lavoro profondo, deep work, entrare nel flusso, esperienza ottimale, e così via?
Sarà la primavera o non lo so, ma andiamo di pulizie… 😃
Tra un riordino e l’altro, percorriamo il percorso che ci porterà a capire il significato più utile da attribuire al nostro lavoro e come può migliorare la nostra concentrazione.
Partiamo proprio da quest’ultimo punto per capire l’origine del grande tema della concentrazione e di tutto ciò che viene chiamato lavoro profondo, deep work, entrare nel flusso, esperienza ottimale, e così via.
Guardiamo indietro per migliorare il presente e il futuro.
Il fine è quello di aumentare la chiarezza e allontanare la disorganizzazione causata da continue distrazioni e dalla difficoltà di saper scegliere cosa è più importante.
La chiarezza aiuta a rendere reale quello che viene definito come potenziale (l’insieme delle attitudini, delle caratteristiche e dei talenti che fanno parte di noi).
Più aumenta il distacco tra ciò che è possibile e ciò che è in atto più aumenta la sensazione di confusione e insoddisfazione perenne.
**Se vuoi approfondire, puoi leggere i termini atto e potenza descritti da Aristotele.
Ti consiglio di guardare anche la serie su Netflix, La mente in poche parole, in particolare la puntata Come concentrarsi.
Nei primi minuti puoi vedere un esperimento condotto dallo psicologo e professore Daniel Simons, autore tra le altre cose del libro Il gorilla invisibile – e altri modi in cui le nostre intenzioni ci ingannano.
Qui puoi vedere uno degli esperimenti:
Siamo nel 1999 e l’obiettivo è quello di contare quante volte i giocatori con la maglia bianca si passano la palla. Concentrandosi sull’obiettivo, all’incirca la metà delle persone coinvolte non ha visto altro.
È molto utile per capire come funzionano la nostra mente, l’attenzione e la concentrazione.
Lo stesso concetto si ritrova nei messaggi che venivano diffusi negli anni ’80 e che erano collegati al progresso tecnologico. Molti dei problemi di oggi erano presenti anche con la diffusione dei primi televisori e, in seguito, dei computer.
La tecnologia, per IBM, avrebbe dovuto aiutarci a lavorare in modo più efficiente con il fine di lavorare meno. Gli impiegati IBM sono stati tra i primi a inviare email e la pubblicità diffusa puntava a un miglioramento della qualità della vita.
Guarda il video Apple & IBM del 1981, con Steve Jobs e Don Estridge:
Qui siamo nel 1984 e IBM pubblicizza il Personal Computer con Billy Scudder che interpreta Charlie Chaplin:
Il 1984 è l’anno in cui la Apple ha presentato il personal computer Macintosh. Lo ha fatto con uno spot storico che rappresenta un omaggio al libro 1984 di George Orwell.
«On January 24th, Apple Computer will introduce Macintosh. And you’ll see why 1984 won’t be like “1984”.»
Non dimentichiamoci di Microsoft Windows 1.0 con Steve Ballmer dallo stile particolare… (siamo nel 1986):
E nel video qui sotto siamo nel 1990 con la pubblicità italiana di IBM, che ci prometteva un sacco di tempo libero…
Si vede un impiegato che esce dall’ufficio prima dei colleghi perché usa un computer PS/2, che riduce il tempo da passare al lavoro…
Senti anche tu l’eco di una grassa risata sullo sfondo? 😅
Sai qual è la categoria di persone che riesce a resistere meglio alle distrazioni e a lavorare per lunghi blocchi di tempo ininterrotti?
È quella degli artigiani.
Per Cal Newport questa condizione si verifica perché si tratta di un tipo di lavoro che permette di avere un quadro di valori.
«La differenza tra un tavolo fatto bene e uno fatto male è evidente. Come tra un vaso di un professionista e di un dilettante. C’è sempre un chiaro obiettivo con cui confrontarsi.»
Vediamo come acquisire un po’ di capacità “artigianali” partendo dai seguenti estratti:
«Per vivere una vita ottimale, cerca di non farti influenzare dalle ricompense esterne o dalle opinioni degli altri. Concentra la tua attenzione su ogni momento, essendo consapevole dell’ambiente e immergendoti nei tuoi interessi. Infine, non dovresti mai evitare di affrontare sfide difficili, poiché possono portare alla crescita e al successo personale.»
«Questa immersione che possiamo vedere nel chirurgo, nello scalatore e nel marinaio è così potente che può liberarci dall’autocoscienza, dalle preoccupazioni e dalle ansie e farci perdere la cognizione del tempo. Lo scalatore si concentra così profondamente sulla complessità della parete rocciosa che dimentica i suoi problemi e i chirurghi riferiscono di aver avuto la sensazione che la loro squadra operatoria fosse un unico organismo.»
«Soldi, fama, cose… non possono portarci una gioia duratura. L’unico modo in cui possiamo convincere le nostre menti che ci stiamo davvero godendo la vita è quando stiamo facendo un lavoro volontario e utile, che è difficile ma non impossibile.»
Estratti che arrivano dal libro Flow. Psicologia dell’esperienza ottimale dello psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi, famoso per aver introdotto negli anni ’70 il concetto di flusso:
«Uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività.»
Per rendere il nostro lavoro più piacevole, dobbiamo trovare uno scopo anche nelle attività quotidiane più noiose. Ciò a cui prestiamo attenzione modella chi siamo e chi diventeremo.
Il libro Flow ci fa riflettere su come possiamo provare piacere nelle nostre vite controllando l’attenzione e rafforzando la determinazione. Tutto ciò si ottiene immergendosi in un’attività o in un tema che non rende le persone ansiose (se è troppo difficile) e nemmeno annoiate (se è troppo facile). Nel mezzo, in quello che viene definito “stato di flusso” perdiamo la nostra coscienza e il senso del tempo.
Immergersi in ciò che si fa significa combinare azione e consapevolezza. Combinazione che migliora l’autostima e ci dà una sensazione di essere parte attiva del lavoro.
Lo scalatore che abbiamo visto in uno degli estratti affronta un pericolo e ha paura, ma usa l’esperienza per non bloccarsi e per stimare accuratamente le difficoltà della scalata. Dedica tutta l’attenzione al compito, non alla paura (anche se c’è questa paura).
La chiave per lavorare meglio è qui: mettere sulla stessa linea mente e stato di flusso.
È facile? Ehm magariiiii!
Guarda questi due grafici di Mihaly Csikszentmihalyi.
Quando manchi di concentrazione e la tua mente salta da una cosa all’altra, la tua energia si disperde, è meno intensa e finisce prima.
Nello stato di flusso, tutta la tua energia va in un’unica direzione.
Il punto A4 è quello ottimale, in equilibrio tra difficoltà e competenze.
È importante capire in che punto del quadrante ci troviamo rispetto a un lavoro per migliorare le competenze o le difficoltà. Ed è un processo che non ha una fine.
«Se sei alla prima lezione di un corso di tennis, il tuo unico scopo è quello di provare a mandare la palla oltre la rete. Più migliori (aumenti le competenze) e più ti annoierai nel perseguire quello che era l’obiettivo iniziale. Molto probabilmente cercherai un avversario: se è una persona molto più brava di te andrai verso l’ansia e la demotivazione, mentre se si tratta di una persone che ignora le regole del tennis abbandonerai la partita. Per entrare nel flusso, dovrai giocare con una persona che abbia le competenze appena sopra al tuo livello per migliorare e per avere la giusta motivazione.»
Sostituisci avversario con attività da svolgere e hai la stessa logica.
Organizzazione digitale
Gestisci meglio il tuo telefono: dallo spogliatoio agli spazi senza tecnologia
Se hai mai praticato uno sport, ad esempio in palestra, al campo sportivo o in piscina, saprai che, nella maggior parte dei casi, prima dell’allenamento si passa dallo spogliatoio per cambiarsi e per lasciare tutto quello che non serve.
Il fine è quello di prepararsi e allontanare ogni possibile interruzione, affinché la nostra concentrazione sia rivolta solo all’allenamento.
Il concetto di spogliatoio può esserci di aiuto anche con il lavoro e soprattutto con il telefono, creando degli stacchi e delle zone di “cambio di mentalità” per passare, ad esempio, dall’ambito professionale a quello privato e viceversa.
📖 Bit & Learn
Lavorare con lo smartphone o, in generale, usarlo per qualcosa di utile è un aspetto che richiede molta organizzazione. Più organizzi il modo di usarlo, meno distrazioni subirai.
Per migliorare il modo in cui usiamo il telefono, puoi iscriverti al percorso gratuito Organizza lo smartphone, trasforma il tuo telefono in un’oasi digitale. Riceverai 15 email in 15 giorni con suggerimenti e riflessioni per un uso più consapevole e intenzionale del tuo dispositivo.
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🖥️ Bit & Byte
Per chi usa Evernote: è disponibile l'integrazione di Microsoft Outlook Calendar.
Per chi vuole tracciare le abitudini: James Clear, l'autore di Atomic habits, ha lanciato la sua app Atoms collegata ai principi dei libro (al momento, solo per iOS).
(Per chi vuole un'alternativa semplice e valida: https://everyday.app/)Per chi vuole seguire dei corsi: Chris Donnelly ha pubblicato un elenco di 9 corsi disponibili gratuitamente su LinkedIn. Sono in inglese, ma si riescono a seguire bene grazie anche alle trascrizioni.
Per chi usa Todoist: hanno introdotto la vista calendario anche per le prossime attività e hanno migliorato la finestra di acquisizione rapida che rimane anche quando si attivano altri tool o schede del browser.
Cornalba, marzo 2024
Osservare.
Con stima nerd,
Debora
Illuminante il concetto dell’artigiano, e poi ho adorato la tua proposta del rito. Grazie!