[#44] Quando perdi la concentrazione, prova ad alleggerire il carico con un sorriso
L’autoironia ai tempi del lavoro da remoto e un bel bye-bye al 2023.
«Cosa posso fare per mantenere la concentrazione?»
«Perché non riesco a riprendere la concentrazione?»
«Come mai non riesco a concentrarmi anche se l’ambiente è silenzioso?»
Sono sempre più frequenti le domande che riguardano il tema della concentrazione. Per tanti motivi diversi, che possono avere a che fare con uno stile di vita frenetico, l’eccesso di attività che si portano avanti o gli imprevisti che scombinano le giornate.
C’è anche un’immagine distorta di ciò che serve per concentrarsi, come se bastasse andare su un’isola deserta escludendo ogni tipo di rumore per riuscire, finalmente, a portare a termine ogni cosa.
Se mi guardo indietro, dall’infanzia a oggi, non credo di aver mai passato un lungo periodo di tempo da “isola deserta”, con ogni cosa precisa al suo posto affinché la mia concentrazione fluttuasse senza ostacoli.
Devo dire che la cosa più utile, almeno per me, è stata quella di ricercare un certo senso di leggerezza che mi ha permesso di creare più volte quelle bolle, così vitali in ogni contesto, per portare a termine le attività anche in luoghi rumorosi. Molto rumorosi.
Chissà quanti pomeriggi avrai passato a studiare da sola in silenzio
Certo, se non fosse che avere due sorelle più grandi, nella stessa stanza, mi faceva passare in un nanosecondo dalla contemplazione del poster di Slash dei Guns N' Roses alla musica a tutto volume, per poi passare a matematica e ritrovarmi ad ascoltare le telefonate infinite fra amiche, senza dimenticare un nostro litigio e una merenda condivisa.
Fai silenziooooo
Spegni la luceeee
Non mi svegliareeee
Hai preso i miei vestitiiiii
E, dalle superiori in poi, meno male che c’era il treno da prendere ogni mattina…
Ahhahahhahhahahaha!
Le persone abituate a muoversi con i mezzi pubblici capiranno molto bene. Riuscire a concentrarsi sul treno per studiare creava quella situazione da allazzare le zinture tipica di Fantozzi.
Che cosa stai studiando?
Stai leggendo?
Scusi, il biglietto.
È libero quel posto?
No, perché, sai, il mio ex.
Fa freddo oggi.
Perché il treno non riparte?
Scende alla prossima?
Si avvisano i signori passeggeri che il treno viaggia con circa millemila minuti di ritardo.
E poi, finalmente, il mondo del lavoro.
Chissà come riuscivi a concentrarti in ufficio
Non posso continuare a scrivere.
In questo momento la mia concentrazione è impegnata a mostrare tutto il mio disprezzo verso chi ha inventato i temutissimi open space…
Mentre tu, piccoletta, vedevi gli acquari trasparenti che proteggevano i manager, chiusi dentro, belli belli isolati, ecco che cercavi - ovviamente tra le pagine del Manuale delle giovani marmotte - le istruzioni per sfoderare la testuggine romana del gladiatore con il fine di schivare i nemici della concentrazione.
Ma aspettate un attimo.
Le sentite anche voi le voci di questo grande open space?
Ehi, ma dove vai? Fai mezza giornata oggi?
Mi serve per ieri...
Sì, ma fattela una risata.
Con la gente che assumono in questa azienda…
No, io non lo faccio, non è mica il mio lavoro.
L’hanno promosso solo perché era impedito nel suo lavoro.
Non ti si può dire niente, sono quei giorni del mese?
Tocca a me prendere le ferie a Natale.
Sì, ma se sei malato stai a casa.
Sì, ma quella sta sempre a casa per ogni raffreddore...
Hai un minuto?
Già che sei in piedi...
Ma per fortuna, alla fine, arriva la rivelazione delle rivelazioni con la partita Iva.
Chissà come riesci a concentrarti lavorando da casa
Se non fosse che ce n’è sempre una.
Ma sempre, eh... E di ogni tipo!
Il piastrellista che improvvisamente si accorge che gli manca la corrente e, visto che sa che tanto sei a casa - perché i piastrellisti lo sanno - citofona e passa un attimo da te per chiederti aiuto.
Il corriere che non trova il vicino e ti guarda con gli stessi occhi del gatto di Shrek fino a quando non decidi di accompagnarlo per un pezzo di strada.
Il postino che ti racconta di quella volta in cui... Ma io non voglio sapere di quella volta in cui.
Il compagno che programma le videochiamate ai tuoi stessi orari con un sincronismo tale da far impallidire Cagnotto e Dallapé alle Olimpiadi di Rio.
Una delle capre del campo davanti casa, che all’improvviso immagina quanto possa essere appagante mettere la testa nella rete senza considerare quel piccolo e trascurabilissimo dettaglio dato dalle corna impigliate…
Beeee beeeeeee beeeeeeeeeee eeeeeee....
Un attimo che arrivo a liberarti, cara capra.
Meno male che ci sono i can... ah no, niente, manco loro. Provate a convivere con due simil pastori sempre vigili e reattivi.
A uno a caso si increspa un sopracciglio? Per l’altro sarà sicuramente un segnale di pericolo e si risveglierà dal torpore. A quel punto il cane-innesco, vedendo il compare, passerà dal sopracciglio alle orecchie dritte. L’altro cane-pirla passerà all’abbaio. Vuoi che il primo rimanga in silenzio? Ma figuriamoci.
E poi un giorno decidi di lavorare a casa della matriarca, con la visione assolutamente romantica di riuscire a passare del tempo con lei.
A pranzo, con tutta l’ingenuità che ti contraddistingue, ti porti avanti e avvisi tua madre che alle 17.00 avrai una videochiamata importante e che ti servirà un po’ di silenzio.
Ma dai, Debora, che casino vuoi che faccia, mi metto a leggere e ti aspetto.
Una fantastica premessa, cosa potrà mai andare storto?
Ore 17.10 - tu ai clienti:
Adesso vedremo un passaggio un po’ complesso, mi raccomando, seguitemi per non perdere dei pezzi.
Ed è proprio lì, alle 17.11 di un pigro mercoledì invernale, che tua madre ha un lampo di genio e decide di estrarre la batteria di pentole dal mobile della cucina.
Senza timore di essere smentita, posso affermare con un certo grado di certezza la composizione scientifica della suddetta batteria: puro piombo.
Ma non solo. Batteria composta da quarantaseimila pezzi perché, se oggi con le mie tre pentole ho la stessa autostima di Cracco, negli anni ’70 la vita era inutile senza una decina di aggeggi per gli arrosti, qualche pesciera qua e là per tamponare i “non si sa mai” e quelle duemila zuppiere di ogni diametro esistente sul pianeta Terra.
Che cosa si fa quando si verifica un imprevisto?
Si prende tempo con il cliente simulando un certo autocontrollo e piena padronanza della situazione.
Ed eccomi.
Scusatemi un secondo perché c’è un leggero rumore che aleggia nell’aria e che turba la mia concentrazione…
Disattivi audio e webcam, indossi gli occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico mistero, pensi per un momento a Uno, nessuno e centomila, ma a un certo punto il treno ha fischiato…
Mammaaaaaaaaaaaaaaa, ma non dovevi leggereeeee e praticare la noiaaaaaaa?
Ecco, il viaggio nel tempo è finito e se avessi aspettato di ricreare le situazioni da isola deserta per concentrarmi, sarei ancora ferma alla stazione ad aspettare un treno fantasma.
Alleggerire il carico, anche mentale, e prendere le situazioni, i problemi o gli imprevisti con una bella forma di leggerezza non vuol dire di certo fregarsene, ma, anzi, volersi bene e proteggersi ricreando la propria bolla.
Spero di essere riuscita ad alleggerire anche il tuo carico e fammi sapere se anche tu hai una batteria di pentole in puro piombo!
Organizzazione digitale
Organizza le foto del telefono: 2 minuti al giorno per fare spazio
Senza pensare ai massimi sistemi, ecco un metodo che richiede pochissimi minuti ogni giorno.
Questa pratica non solo rafforza l'abitudine per la pulizia e il riordino digitale, ma permette anche di fare un salto nel passato, rivivendo momenti significativi.
Il telefono, nonostante i suoi lati negativi, è una fonte preziosa di ricordi grazie a foto, messaggi e momenti condivisi. Alcuni dei ricordi più belli che abbiamo passano dallo smartphone: dalle chat della famiglia al diario della gratitudine, dalle idee che fermiamo ai video simpatici che condividiamo.
Pensate ai momenti di gioia vissuti ricevendo dei messaggi inaspettati con le foto di persone a voi care. Nascite, abbracci, ricordi, cene, anniversari, feste, compleanni, lauree, nuovi inizi. O anche solo costumi, facce buffe, nuovi look… Ricordi che rimangono “privati”, non condivisi sempre sui social.
L’organizzazione serve anche a questo: a togliere parte della negatività del telefono per far emergere gli aspetti positivi.
Per iniziare a fare ordine, prova così: ogni giorno focalizzati sul giorno corrente, andando a ritroso.
Ad esempio, inserendo "28 dicembre" nella ricerca delle foto del telefono, verranno mostrate le immagini scattate (o i video registrati) in questa data, indipendentemente dall'anno.
Così facendo, puoi decidere di conservare certe immagini, organizzarle in cartelle, archiviarle o eliminare i doppioni.
L'idea è quella di ripetere questa operazione ogni giorno: 29 dicembre, 30 dicembre, 31 dicembre e così via.
Questo metodo permette di non perdere troppo tempo e allontana il rischio di eliminare per errore foto importanti per via della stanchezza o per liberare in fretta lo spazio di archiviazione sul telefono.
Giorno dopo giorno, fai un viaggio tra i ricordi e metti in ordine il tuo archivio fotografico.
Puoi anche decidere di organizzare mese per mese, selezionando tutte le foto di gennaio di ogni anno.
Una soluzione del genere aiuta anche a creare i ricordi annuali, quella sorta di raccolte che si fanno in questo periodo, e basterà creare una cartella specifica "2023" per poi cercare le foto di ogni mese: “gennaio 2023”, “febbraio 2023”…
❤️ Bit & Love
Escludendo per un attimo l’ambito professionale, il 2023 è stato un anno tremendo che mi ha tolto davvero tanto. Sottacqua, con quella sensazione di apnea che non lascia respirare.
Ma la vita va mangiata anche per chi non c’è più. E si trovano sempre 12 cose belle per le quali provare un profondo senso di gratitudine.
Guardare il cielo con il naso all’insù, sperando non passi il pettirosso che imbratta sempre il nostro mobiletto. Perché il pettirosso è nostro amico, ma crediamo abbia problemi intestinali…
Finire i film di Harry Potter e trovare tutti i collegamenti possibili con il Binario Magic Pub. Tutto questo, naturalmente, con un elevatissimo livello di arroganza e supponenza.
Mangiare i bomboloni e i mochi, i mochi e i bomboloni. Ma anche i bomboloni e i mochi, e i mochi e i bomboloni.
Vedere finalmente che Maze non mastica più Teo sempre e comunque.
Fare il tifo per le coccinelle che fanno fuori i malefici afidi. E imprecare quando le coccinelle decidono di sparire per non tornare mai più.
Voler bene ai vicini che portano cibo e che ci salvano da pasti pessimi a causa dei nostri problemi tecnici con la cucina. Perché si deve cucinare a questo mondo?
Inseguire i corrieri dal balcone sentendosi Giulietta e scoprire che uno di loro, chiaramente un eroe, porta i pacchi fino al nostro cancello.
Cercare disperatamente un numero civico alla ricerca del regalo perduto.
Ritrovare il poeta nella pasticceria più dolce della valle e ordinare il nostro solito anche se non è sempre il solito.
Camminare, camminare, camminare. Sì, ma quanto manca? Dai che spiana. Fa freddo, fa caldo, ah ma guarda là che si vede il sedere bianco dei caprioli. Dai che ci sono i nostri amici di Casina Bianca.
Aver attraversato il ponte tibetano ed essere ancora qui per scriverlo…
Aumentare la famiglia degli gnomi perché serve un po’ di magia per vivere (anche se il vento di Cornalba ci rema contro).
📖 Bit & Learn
A gennaio pubblicherò un nuovo corso che ha come obiettivo quello di aiutarti a gestire meglio la posta elettronica. Sarà il secondo tassello da mettere in pratica per organizzare il lavoro e ne arriveranno altri nel 2024.
Il primo tassello riguarda l’organizzazione dei file e delle cartelle del computer, ed è già disponibile:
📍Risolvi il fastidioso problema della disorganizzazione digitale
Cornalba, dicembre 2023
Il Natale che se ne va.
Con stima nerd,
Debora