[#42] Se avessi aspettato di sentirmi pronta…
Non potrei più vivere senza organizzazione, sapendo però di poterla richiamare anche in un secondo momento. Lei è lì che mi aspetta.
Tristezza, dolore, tanta malinconia e tormento.
Sembra il testo di una canzone struggente in stile flamenco, ma in realtà erano le emozioni che portavo con me, in quello che è diventato il mio primo viaggio in solitaria.
«Solo bagaglio a mano e una quintalata di nuvole nere, grazie.»
Non sapevo nemmeno più cosa mi piacesse fare e per la scelta del posto sono partita da tre parole chiave che risuonavano in me: cielo, vento e… Guinness 😃
Dublino mi ha insegnato a visitare i musei da sola, a cenare da sola, ad andare al cinema da sola. Cose che in Italia non avrei mai fatto nemmeno se obbligata, bloccata da una catena che lega al pensiero altrui.
Alloggiavo all’ultimo piano di un b&b che aveva una camera enorme.
Oppure ero io a sentirmi così piccola.
La prima sfida da superare era l’ingresso. Al piano terra c’era un pub, uno dei classici pub in cui le pinte suonano e i violini danzano.
Una scena meravigliosa, ma non per me.
«Ma cosa volete?»
«Perché siete così amichevoli?»
«Non vi fa schifo la vita?»
E così, nel cuore del pomeriggio (“della notte” farebbe più scena, ma saranno state le 17.00…), mi rifugiavo nel letto grande grande dell’ultimo piano e io di colpo diventavo piccola piccola come Alice nel Paese delle Meraviglie che affronta la crescita e cambia sempre dimensione.
Tra una lacrima e l’altra, persa in quello spazio che non faceva altro che ingrandirsi ai miei occhi, ho fatto l’unica cosa umanamente possibile.
In pieno viaggio dell’eroe, con tutto il coraggio che avevo…
E niente.
Sono uscita e ho comprato un cappotto scozzese. Cos’altro avrei potuto fare in fondo 😅
(«Ma Deb eri in Irlanda?!?», «Questo era un piccolo trascurabilissimo dettaglio!»)
Una cosa strana per me che schifavo sempre lo shopping, ma questa semplice azione mi ha portato a…
Al mio caro amico quasi irlandese
Dal cappotto al pub è un attimo…
L’esperienza di andare al bancone da sola è uno dei ricordi migliori che conservo. Era un piccolo locale, non troppo lontano dal b&b, e i baristi mi hanno accolto come se fossimo stati dei vecchi amici. Nessuno di loro era irlandese ed era proprio bello parlare con il nostro inglese che non era inglese.
Non c’è niente da fare, quando sei in una situazione che risuona in te fa tutta la differenza del mondo. L’allineamento dei pianeti, il Cubo di Rubik risolto, la brioche alla crema che non ti sporca.
Il giorno della partenza ho scritto una lettera usando come foglio il retro delle attrazioni di Dublino che ho trovato in camera. Lettera bruttissima, sgrammaticata e senza forma.
L’ho fotografata, piegata e abbandonata sotto la saracinesca chiusa del pub. Ho lasciato al vento le mie parole.
Qualcuno ha mai letto quella lettera? Non lo so e non è importante.
Sul volo di ritorno piangevo in silenzio tutte le mie lacrime. Lacrime diverse, liberatorie, con un tramonto che mi guardava come il mio cane guarda il suo cibo preferito. Tra i volantini, ho trovato le indicazioni di un concorso, Irlanda nel cuore, che invitava le persone a inviare dei racconti per descrivere il viaggio nella terra verde.
Ho preso la foto della lettera, l’ho copiata parola per parola e ho inviato il testo. Non ho toccato una virgola. Tutto brutto, ma pieno di me.
E alla fine quel testo è stato tradotto ed è entrato nella raccolta dei trenta racconti selezionati e pubblicati.
Ci sono stati tanti “clic” nella mia vita e quello che faccio oggi arriva da qui. Dalla voglia di fare, di esserci, di provare e di sentirmi viva.
Di scrivere. Bene o male.
Non me ne frega niente.
Al mio primo sito
«Ah, ma il tuo compagno è un programmatore? Chissà quante cose che ti fa…»
Riavvolgiamo il nastro e torniamo nel 2016…
D. “Sai vorrei fare il mio sito con WordPress.”
S. “WordPress fa schifo.”
(Ha detto “è una m…a”, ma lasciamo perdere 😃)
D. “Ah va bene, allora mi aiuti tu a farlo?”
S. “Eh non è così semplice, considerando il front end, il back end, Java, perché l’effort, e poi la consegna, lo sviluppo, il progetto, il mockup, la UX, il design…”
Da qui in poi seguono altri termini strani e alcune litigate casuali in cui io rinfaccio comportamenti di otto anni fa e lui non si ricorda cosa ha mangiato a colazione…
Secondo voi com’ è andata a finire?
Ovviamente ho fatto il sito in WordPress, con anche l’approvazione del mio Grinch preferito 🤣
Ma soprattutto, senza aspettare di essere pronta o di avere tutto in ordine.
Al mio primo video
Mai nella vita avrei voluto fare un video.
Mai nella vita avrei voluto iniziare facendo un video di oltre un’ora.
«Ciao Debora, sono Andrea, ti andrebbe di fare un video su Trello?»
Prima di rispondere, mi mangio tre o quattro zone di comfort. Le brucio con la stessa tenacia che si usa per accendere lo zampirone e separarlo dal suo gemello senza rischiare di romperlo.
«Ma certo! Che bello!»
Nella mia testa la registrazione sarebbe stata molto breve, con pause, tagli e parti da provare e riprovare.
Ma poi quel temutissimo giorno arriva…
«Ok Debora, adesso faccio partire il video. Sappi che io non faccio tagli, iniziamo a chiacchierare per circa un’ora a ruota libera e poi ci fermiamo.»
«…»
«…»
«…»
«Debora, tutto ok?»
«Certo, nessun problema!»
Con il mio solito fare deciso e sicur… a no scusate, mi sono confusa.
Rifaccio.
Con il mio solito fare da pinguino del polo sud che tenta di rimanere in equilibrio tra una lastra di ghiaccio e l’altra, ho messo a tacere la parte di me negativa.
(A parte il leggero panico che stava arrivando e la nebbia in testa che portava via ogni nozione…)
Ero pronta? Assolutamente no.
Ma se non lo avessi fatto, tante delle cose che oggi fanno parte del mio lavoro non esisterebbero nemmeno.
Tra felici epifanie e incubi notturni, tra viaggi in solitaria e lettere mai lette… Se avessi aspettato di sentirmi pronta per lasciare l’indeterminato, per cenare il sabato sera da sola in un ristorante, per aprire la partita Iva, per scrivere, per conoscere nuove persone, per avere il coraggio di tenere alla larga la negatività (persone comprese)… sarei ancora la Debora bloccata davanti a un monitor spento e avvolta da tristezza, dolore, tanta malinconia e tormento.
L’organizzazione, la preparazione e la programmazione sono aspetti fondamentali. Fanno parte del perché faccio quello che faccio. Credo davvero che possano migliorare la qualità del lavoro e della vita, ma spesso arrivano subito dopo la scoperta di noi. Dopo l'epifania.
Per me è stato così.
Adesso non potrei più vivere senza organizzazione, sapendo però di poterla richiamare anche in un secondo momento. Lei è lì che mi aspetta.
E sa che tornerò perché faro spazio per lei.
Organizzazione digitale
Dopo aver aperto la partita Iva, mi sono infilata nel continuo vortice informativo alla ricerca di ogni tipo di nozione per gestire al meglio le mie giornate.
Ad un certo punto, ho dovuto stabilire dei limiti perché il sovraccarico “organizzativo” era davvero troppo e, per assurdo, iniziava a limitare di molto il flusso del mio lavoro.
Ogni tanto, questa sorta di paradosso salta fuori anche nei commenti che ricevo: alcune persone, ridendo e scherzando, dicono di passare più tempo a capire come organizzarsi piuttosto che a essere effettivamente organizzate.
Ho voluto tracciare un percorso che spero sia utile a chi si riconosce in questa sorta di vortice incessante, che porta solo a cercare di capire “come fare per…” senza poi passare alla pratica.
🖥️ Bit & Byte
Il browser Brave introduce Leo, l’assistente AI che offre una vasta gamma di servizi: riassunti in tempo reale di pagine web o video, risposte a domande sui contenuti, generazione di nuovo materiale, traduzioni e riscrittura di testi.
Alcuni dispositivi tecnologici si indossano. Soprattutto in questo ultimo periodo, stanno avendo una notevole diffusione grazie al miglioramento delle funzioni e all’accessibilità per via dell’introduzione dell’intelligenza artificiale.
Apple sta sperimentando l’integrazione dell’intelligenza artificiale a partire dal prossimo iPhone, che riguarderà anche il potenziamento di Siri.
Prossime pulizie per gli account inattivi di Gmail. A partire dal prossimo dicembre 2023, Google eliminerà numerosi account Gmail inattivi.
Anche Google Meet sta rilasciando la funzione di rilevamento dei gesti. In pratica, ogni volta che si alza la mano - come a scuola 😅 - si attiva l’icona specifica che segnala la necessità di porre una domanda.
❤️ Bit & Love
Non mi esprimo di solito su certi temi, ma oggi è un giorno speciale: è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Quello che sta succedendo, ha risvegliato in me troppi sensi di colpa e troppe situazioni che a volte ci portano a mettere davanti sempre e solo i bisogni degli altri.
Questi meccanismi fanno male nella vita, ma anche nel lavoro perché ci portano a percorrere strade o a prendere decisioni che non ci appartengono.
Vado all’evento perché se no mi tagliano fuori.
Dico di sì perché se no ci rimangono male.
Rifiuto questa proposta se no poi chissà cosa dicono alle mie spalle.
Lascio quel cliente perché se no poi mi attaccano.
C’è tanta paura dietro.
Paura del giudizio, paura di perdere opportunità, paura di ogni cosa.
Sogno un mondo in cui non si debba avere più paura.
Paura di uscire dalla stazione e fare il pezzo di strada da sole fino alla macchina.
Paura di passare davanti a quel bar dove sappiamo che partiranno commenti di ogni tipo.
Paura di mettere quel vestito in ufficio perché chissà poi cosa pensano.
Paura di ribattere quello che dice il capo perché poi se la prenderanno con me.
Paura di dire di no.
Non è di molto tempo fa e purtroppo non riesco più a ritrovarlo, ma era una domanda molto semplice rivolta alle donne: “Che cosa fareste se per un giorno non ci fossero gli uomini (maschi) sul nostro Pianeta?”.
Alcune risposte erano divertenti, ma altre davvero significative:
sarei libera di uscire alla sera senza avere paura
andrei più spesso in giro a piedi da sola
finalmente potrei andare dove voglio
metterei quegli abiti che mi piacciono tanto
viaggerei da sola
Un vero senso di liberazione. Libere dalla paura.
📖 Bit & Learn
Organizza file e cartelle del tuo computer
Anche il nostro computer si merita cura e attenzione.
Ignorare il desktop, rifare i lavori perché non troviamo più certi documenti oppure rischiare di sovrascrivere file importanti… sono azioni che portano un sacco di frustrazione.
Per evitare certe sensazioni negative, possiamo costruire il nostro sistema organizzato e decidere di trattare bene il nostro computer:
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Cornalba, 25 novembre 2023
Sua Maestà, l’autunno.
Con stima nerd,
Debora
Wow, bellissima! Un grande abbraccio!