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[#14] Condividere o non condividere?
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[#14] Condividere o non condividere?

Un piccolo viaggio per capire cosa significa rendere pubblico l'intero percorso di un’azienda, una startup, un progetto, un prodotto, un’applicazione.

Debora Montoli
Apr 23
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[#14] Condividere o non condividere?
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Se cercate in rete “Building in Public/Build in Public (BIP)”, troverete tantissime risorse che parlano di quanto sia utile o dannoso mostrare in pubblico ciò che si sta creando.

L’avvio di un’azienda, una startup, un progetto, un prodotto, un’applicazione… si tratta di rendere trasparente l’intero percorso.

Condividere gioie e dolori consente di prendersi una maggiore responsabilità che aiuta a non mollare e a portare avanti il lavoro.

È utile anche per ricevere importanti riscontri da parte del pubblico e suona un po’ come: «Ehi, sto facendo questo, che cosa ne pensi?».

Come avviene in parte con Product Hunt e, nel 2014, il founder Ryan Hoover ha parlato dei vantaggi che si hanno nel creare qualcosa pubblicamente.

Anche le “sfide” che nascono in rete, come 100DaysOfNoCode o NaNoWriMo, hanno lo stesso scopo e di solito si basano su:

  • un obiettivo

  • una scadenza

  • una community con la quale condividere progressi e difficoltà

  • una chiara definizione di “finito/fatto” (prendiamo in prestito dallo Scrum il concetto di DoD - Definition of Done: quei criteri che ci fanno capire in modo chiaro che l’obiettivo è stato raggiunto e il lavoro concluso)

Molte aziende mostrano in pubblico il loro percorso e lo fanno attraverso delle Roadmap che riportano funzioni già finite, quelle in corso e quelle che arriveranno. Proprio come Buffer, Atlassian (Trello), Gumroad o Plutio. Non solo nuove funzioni, ma anche dati e metriche come fanno Ghost o Nomad List.

E, grazie alla community di Trends, ho scoperto che sempre Buffer ha reso pubblica la composizione del team, con le percentuali che riguardano sesso, età, etnia, disabilità, ecc.: https://diversity.buffer.com/

Anche i processi vengono pubblicati, proprio come ha fatto Pieter Levels documentando ogni passaggio della creazione di una startup con video, dirette e screenshot.

È così sentito il tema che ha portato alla realizzazione di diversi podcast come Build in Public Podcast. Qui la puntata con Gary Vaynerchuk:

Lo stesso concetto riguarda le modalità di lavoro e di comunicazione.

In questo caso l’esempio perfetto è quello di Basecamp che abbiamo visto qui: https://t.me/s/alumedifare/928. E riguarda anche i manifesti come Bold AF e Agile Manifesto. O le lettere di Jeff Bezos agli azionisti.

Molti di questi punti si ritrovano in quello che da tempo sostiene Austin Kleon nel suo libro Semina come un artista (Show your work!).

«Quasi tutte le persone che ammiro e dalle quali provo a «rubare», qualunque sia la loro professione, hanno fatto della condivisione una buona abitudine. Il che non significa che bazzichino ogni festa alla ricerca di contatti importanti; sono fin troppo occupate per questo. Si danno da fare negli studi, nei laboratori o dietro scrivanie allestite alla bell'e meglio in qualche metro quadro di spazio, ma invece di serbare il più assoluto segreto mentre continuano lavorare, parlano apertamente dei loro progetti, mettono regolarmente online qualche frammento delle loro opere, delle loro idee e di quello che stanno imparando.»

Favorevoli o contrari, qui trovate alcuni pro e contro. E non mancano i pareri negativi, come il tweet di Josh Spector:

Twitter avatar for @jspectorJosh Spector @jspector
“Build in public” can be a trap. It leads entrepreneurs to share stuff other entrepreneurs care about as opposed to sharing stuff customers care about.

March 30th 2022

29 Likes

Rimane il fatto che una condivisione sensata permette di rafforzare un certo senso di responsabilità, avere più motivazione e trasmettere vere emozioni con chi mostra interesse per ciò che facciamo.

Chiudo con questa splendida mappa di Greg Isenberg sulle startup:

Twitter avatar for @gregisenbergGREG ISENBERG @gregisenberg
Startup lessons
Image

March 29th 2022

688 Retweets3,653 Likes

Qui trovate 3 funzioni di Google Docs

  1. Attivare il markdown

  2. Mostrare il conteggio delle parole mentre scriviamo

  3. Impostare il documento “senza pagine”


Weekly digest

Ho raccolto per APOI consigli e accessori per organizzare gli appunti dei manuali:
https://www.apoi.it/consigli-e-accessori-per-organizzare-gli-appunti-dei-manuali/

Venerdì 6 e sabato 7 maggio ci sarà il WP-OK DAY, evento gratuito di formazione online sul digitale, per festeggiare i 7 anni di WP-OK. È richiesta la registrazione a questo link:
https://wp-ok.it/wpok-day/

Giovedì 28 aprile è in programma il workshop gratuito “12 AUTOMAZIONI per cambiare il TUO business e la TUA vita” organizzato da AutomatiKing:
https://www.automatiking.com/workshop/

Per la musica della prossima settimana passiamo al piano con “The Best Of YIRUMA Yiruma's Greatest Hits”:


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Le tastiere meccaniche

Non sono un’appassionata di videogiochi, ma guardo sempre il mondo dei gamer con molta curiosità.

Di solito sono persone che passano tanto tempo davanti a uno schermo e trovano sempre dei supporti interessanti per farlo nel modo più confortevole possibile.

Tra gli strumenti più usati, troviamo le tastiere meccaniche che presentano molti vantaggi. Si tratta di tastiere robuste, con una risposta al tatto migliore rispetto alle tastiere a membrana e ogni singolo tasto genera un input specifico.


Dai contenuti riservati ai PRO (ad abbonamento mensile o annuale)

[PRO #68] Storia del lavoro profondo: “Tra persone che vedono il gorilla e persone che non lo vedono”

**Numero in versione testo e audio

Today’s highlights

  • L’origine del tema della concentrazione

  • Atto e potenza

  • Mente e concentrazione

  • L’esperimento di Daniel Simons

  • Un salto tra le pubblicità degli anni ’80 di IBM, Apple e Microsoft

  • Gli artigiani e il lavoro profondo

  • Il libro Flow di Mihaly Csikszentmihalyi

  • Weekly Digest

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Il libro L’arte di organizzare la scrittura online


Nella puntata precedente

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[#13] Intelligenza artificiale ed empatia?
L’empatia aiuta le persone a gestire meglio lo stress. I dati sul peggioramento del benessere mentale sono sconfortanti e l’empatia può portare dei risvolti positivi sulle relazioni, sul processo decisionale e anche sui risultati professionali. Purtroppo solo…
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2 months ago · 1 like · Debora Montoli

Al prossimo numero!


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